Una pedagogia alternativa (tributo a Tadeus Kantor)

Per l’occasione della ripresa dell’anno scolastico, su un tappeto di sale si erige una stilizzazione di un’aula con i classici banchi, gli allievi, l’insegnante.

Dal soffitto pendono luci a sospensione, dalla finestra entra un vento che scompiglia pagine e pensieri. Un orologio alla parete misura il tempo a ritroso, con lancette che scorrono in senso antiorario.
Instead of children, adults returned to school for a new, different learning sit on the desks. They have unrealistic, but stylized and abstract heads, for a new identity, yet to be formed. In the role of teacher, in this futuristic pedagogy, a girl who has just built her sand / salt castle and is holding the thread of a kite by the hand.

In questo gioco di ruoli rovesciati, dove i bambini insegnano agli adulti, il segno è quella della fantasia e dell’innocenza.
Sospese nell’aria, alcune pagine di libri disegnano un percorso sinuoso nello spazio, che muove dalla cartella della bambina e approda al vertice dell’aquilone, sulle cui ali, in carta riso, una grafia infantile ha composto dei pensieri.

L’idea è quella di un sapere alternativo, non libresco, che ne rovescia la trasmissione tra le generazioni, origina dalla purezza e dallo stupore dell’infanzia per essere destinato a una maturità nuova.

Una lontana ispirazione, ma del tutto rivisitata e depurata dei suoi elementi drammatici, può essere colta, per chi lo vide negli anni Ottanta, nel leggendario spettacolo “La classe morta” dell’artista polacco Tadeus Kantor.

A titolo di epigrafe o di didascalia, direttamente sul cristallo della vetrina, campeggia un enigmatico, poetico aforisma di Fernando Pessoa:

"La terra è fatta di cielo
 La menzogna non ha nido.
 Nessuno si è mai perduto.
 Tutto è verità e via”.



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